La notte
Se c'è una cosa che mi piace, è girare di notte con la fotocamera, scoprire luoghi illusori che la pragmatica luce del giorno restituisce alla loro quotidiana banalità.

E' un cambio d'abito, un teatro che dura poche ore, con luci di scena e nessuno spettatore, siamo tutti in scena, siamo tutti attori inconsapevoli.
Ognuno ha la propria notte, quella delle periferie fatta di luci solitarie, di sirene e di silenzi; quella caleidoscopica del centro in cui vite, colori, scenografie sono in continuo divenire, con un giro di carte ad ogni angolo svoltato; c'è la notte intima della propria camera o quella disillusa dei vecchi alberghi, ci sono le notti sbronze di Bukowski e quelle malinconiche di D'Annunzio, quelle per amarsi e quelle per fottersi, quelle per portare a spasso il cane o le proprie disperazioni.
Avere una fotocamera in mano, poterne catturare le verità così effimere, è un privilegio, una piccola magia che resta a dispetto della sua caducità.
Spesso mi sono chiesta in questo grande teatro che ogni notte mette in scena teatranti ed equilibristi, qual e' il mio ruolo? Forse quello del cantastorie o forse quello del prestigiatore, per quella piccola magia che ho tra le mani destinata a restare nel mutevole e illusorio scenario della notte.



