Legami e appartenenze
Una delle domande che più spesso mi sento rivolgere è perchè i miei lavori fotografici sono scattati quasi tutti in Sardegna.
Molti hanno un luogo del cuore, una terra in cui si sentono a casa, a volte non c'è una vera motivazione per questo senso di appartenenza, non sempre il luogo che sentiamo "nostro" è la terra natia, nel mio caso invece lo è.
Sono nata sull'isola più bella del mondo, permettetemelo, così antica e fiera, così piena di storie e di tradizioni, di atmosfere e silenzi, diventa naturale per me volerla raccontare, questa è la versione semplice di una risposta decisamente più profonda.
Ogni qualvolta riesco a rubare del tempo alla mia frenetica vita romana torno nella mia terra, prendo l'auto in compagnia della mia fotocamera e mi perdo, senza meta, catturando volti e luoghi. Così è nata l'idea di "Taccuino di Sardegna", un lavoro fotografico in continuo divenire che raccoglie quei miei momenti di solitudine in cui mi immergo in un respiro trattenuto che porta in superficie incontri, sentimenti, gesti.

Tutto mi affascina, basta saper guardare il quotidiano con nuovi occhi perchè credetemi, ogni cosa ha la dignità di essere raccontata; ci vuole rispetto e gratitudine, così accade che nasce una fotografia, semplicemente, e poi una si unisce all'altra, e poi ne arriva un'altra e così via; ognuna è un aneddoto e insieme formano un racconto, senza scrivere mai la parola fine.

Quest'isola non finisce mai di mostrarsi, di sorprendermi, la mia voglia di raccontarla è una sete che non si esaurisce bevendo, per questo la racconto, perchè non ne sono mai paga.
Tornerò presto in Sardegna, in primavera, ne sento la necessità. Tornerò a perdermi nel cuore di quest' isola che mi cattura e mi manca, che mi accoglie e mi appartiene e scatterò ancora per poterla celebrare, per mostrarla e raccontarla così com'è: antica, onirica a volte, vasta, generosa e diffidente, materna e vendicativa, con la sua lingua, con i suoi codici, con la sua immutevole bellezza.




